Rete dei coltivatori custodi

Una strategia di sviluppo endogeno-sostenibile ed un’opportunità per recuperare i valori di una civiltà rurale legata ad antiche tradizioni.

La salvaguardia e valorizzazione della biodiversità intravarietale di cultivar sottoposte ad elevata pressione selettiva può essere perseguita solo attraverso il reperimento di un maggior numero di biotipi, in modo da mantenere, quanto più è possibile elevato, il grado di variabilità genetica, in vista anche degli effetti positivi di complementarietà e di sinergie del patrimonio attualmente ancora disponibile, sul livello di qualità dei prodotti.

L’impostazione produttivistica dell’agricoltura degli ultimi decenni ha portato alla progressiva scomparsa di antiche varietà e razze locali; la variabilità genetica che le caratterizzava è andata via via assottigliandosi fino, in alcuni casi, alla completa scomparsa.

Oggi, tale tendenza può essere contrastata sia riconoscendo ed incentivando il lavoro e le attività di ricercatori e realtà locali, che nel corso degli anni hanno conservato questo prezioso germoplasma nelle loro collezioni, sia recuperando varietà, razze e tradizioni, rimaste appannaggio di pochi anziani agricoltori.

Il recupero, la tutela, la riproposta e la valorizzazione del germoplasma autoctono di un territorio è il presupposto fondamentale per una strategia di sviluppo endogeno-sostenibile ed un’opportunità per recuperare i valori di una civiltà rurale legata ad antiche tradizioni.

La necessità di salvaguardare le produzioni agricole ed alimentari di carattere tradizionale è ormai esigenza diffusamente avvertita in tutta Italia, al fine non solo di tutelare importanti espressioni della identità delle comunità locali, ma anche per valorizzare l’economia di settori e di aree marginali penalizzate dai processi di globalizzazione dei mercati e di omologazione delle produzioni.

Al fine di preservare tale patrimonio è stato realizzato un progetto di conservazione in situ attraverso una piccola Rete di Coltivatori Custodi, che prevede la creazione di campi collezione di tutte le cultivar tradizionali reperite dall’Ecomuseo.